venerdì 11 aprile 2008

Sembra proprio Silvio il "cumenda" del Gf8

11/4/2008 (8:31) - I TELEPATICI

In questo tempo di noia e di elezioni, la fiacca stagione televisiva ci sta regalando un nuovo curioso personaggio. È Roberto Mercandalli, il reietto della Casa del Grande fratello: il primo concorrente nella storia di otto edizioni italiane del reality che sia riuscito a farsi cacciare dopo 70 giorni con una notorietà negativa così clamorosa da essere accolto solo con fischi e insulti. È stato «il cumenda che ga nò i danè» del Tapiro di una puntata di Striscia spaccatutto (9 milioni di media, picco finale al 41%!). È diventato protagonista assoluto delle beffe infinite della Gialappa’s, «l’uomo dalle ciabatte di cervo con i guanti nel taschino». Ha fatto da bersaglio prediletto alle Iene e, prima di tutto, all’opinionista ufficiale del Gf, il direttore di Chi, Alfonso Signorini.

Ma per il fenomeno Mercandalli sono arrivate pure 4-5 puntate del nuovo fortunato Mattino 5, l’intervista da record al Maurizio Costanzo Show e a Verissimo. È stato persino il capro espiatorio più riuscito del contenitore festivo considerato il paradigma del trash televisivo, Buona domenica. Se si è parlato ancora di questo Gf8, è tutto merito suo, oltre che in positivo della dottoressa-passione Lina (con la relativa manfrina della presunta radiazione dall’Ordine dei Medici per le scene a luce rossa).

Che sia stato o meno costruito a tavolino, alla fine il personaggio di Mercandalli sembra uscito dalle migliori teorie di Fedele Confalonieri sulla sorprendente abilità di Berlusconi di «mitridatizzarsi», di lasciarsi cioè inoculare piccoli dose di veleno quotidiane per restare sempre l’Immune. Del resto, Mercandalli è apparso in tutto e per tutto una sorta di caricatura del Peggio Berlusconico così come lo descrivono gli antipatizzanti: imprenditore d’incerte fortune, gagà kitsch in doppiopetto gessato, sciupafemmine ostinato ma mammone a oltranza, gaffeur impenitente e sfacciato.

Mercandalli ora ha persino la sua regolare hit musicale, El Cumenda Megamix, che sa un po’ di parodia del video megakitsch Meno male che Silvio c’è. Ci ha lasciato tanto di motti nell’etere: «No business, no money… il soldo non dorme mai», «il lavoro rende nobili» e via berlusconizzando. Di questo straordinario catalizzatore di ascolti e di attenzioni in negativo, resta la certezza che sia stato adottato da così tanti programmi e personaggi di Mediaset per cinico calcolo e per gioco di scuderia. Ma anche il dubbio che sia servito a puntino per esorcizzare così, nel piccolo, il lancio del sequel del kolossal azzurro Il ritorno del Berlusca.


fonte: http://www.lastampa.it/

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